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Patroni

L’evento più importante della vita parrocchiale, nonché del paese stesso, è la Festa di Patronale che si svolge dal 15 al 18 luglio di ogni anno. Le liturgie che preparano e seguono la Festa dei Santi Patroni San Chirico e Santa Sinforosa comprendono complessivamente due mesi, infatti si inizia il 15 giugno con quella che popolarmente si chiama “a mhsata” e che altro non è che il mese di preparazione.

Sì, a differenza di altre feste in onore di Santi che si preparano con la Novena, a San Chirico Raparo ci si prepara con trenta giorni all’incontro annuale con Santa Sinforosa e San Chirico. Tutte le sere, infatti, alle ore 19.00 c’è la Santa Messa, al termine della quale, si canta l’Inno alla Santa ai piedi del suo altare. Comprese in questo mese, ci sono anche le due Novene dedicate l’una a San Chirico e l’altra a Santa Sinforosa; perciò dal 6 luglio la Messa è posticipata alle 21.00. Ogni sera della Novena si invita un Sacerdote diverso a celebrare e predicare. Il 14 luglio è dedicato all’Eucaristia, tant’è che viene esposto il Santissimo Sacramento all’adorazione dei fedeli per tutto l’arco della giornata. Il 15 luglio è il primo giorno di festa dedicato al Martire San Chirico, patrono massimo della comunità, da cui prende il nome anche il paese. Questo culto fu importato dai Monaci in fuga dalle persecuzioni in Oriente i quali trovarono rifugio in queste terre e vi fondarono luoghi di culto. San Chirico infatti è un Martire di Iconio (attuale Turchia), ucciso a causa del Vangelo insieme alla mamma Santa Giulitta intorno al 303 d.C. all’età di soli tre anni. Il secondo giorno della festa, 16 luglio, è naturalmente dedicato alla Madonna del Carmine la cui statua, viene spostata processionalmente dalla chiesa parrocchiale di Santa Maria del Popolo alla cappella a lei dedicata in contrada Valle. Si racconta che un giovinetto, verso la metà dell’Ottocento, certo Angelo Laurenzana, sognò la Vergine Santa che gli indicava un luogo dove scavare per ritrovarvi inumata una sua effige in terracotta. Il sogno si avverò e il piccolo Angelo trovò una maiolica, tuttora esistente e conservata, che raffigura la Madonna. Dapprima l’immagine fu esposta in un antro della roccia, scavato dal fanciullo, poi, lui stesso si impegnò a fare una colletta in America e a Napoli per costruirvi la piccola Cappella e acquistare una magnifica statuetta della Madonna del Carmine. Il terzo giorno di festa è il 17 luglio, vigilia di Santa Sinforosa. Nella ricchissima ritualità di questi giorni, forse è il più sentito a livello emotivo da tutti i sanchirichesi. Al mattino infatti si svolge la Liturgia della Traslazione della statua della Santa dalla sua dimora abituale all’Altar maggiore presso il quale viene allestito il cosiddetto “trono” entro il quale viene appunto intronizzata la magnifica statua del settecento raffigurante Santa Sinforosa nell’atto solenne di ostendere la palma, emblema del suo Martirio. La tradizione vuole che, durante la traslazione di Santa Sinforosa, la banda musicale, fatta entrare in chiesa, esegua il suo antico Inno. E’ un momento in cui tanti si sciolgono in lacrime di commozione e tutto il popolo applaude con entusiasmo. Nelle ore serali, si svolge la processione della Reliquia del Sangue della Santa, venerato a San Chirico Raparo dal 1641 e si celebra la Messa in piazza, solitamente presieduta dal Vescovo. L’ultimo giorno, il 18 luglio, è quello dedicato alla memoria liturgica di Santa Sinforosa, Compatrona del paese. Il momento più importante della giornata è la Processione con la statua della Santa che, dalle ore 11.30 alle ore 14.00 ca. percorre le strade principali del paese soffermandosi di tanto in tanto. A questa processione partecipa tutta la popolazione. Nei giorni seguenti si svolge un Ottavario di ringraziamento che si conclude con la celebrazione dell’Ottava il 25 luglio. La Statua verrà riposta sul suo altare la sera del 14 agosto. “A Santa”, come comunemente è chiamata dalle gente del posto, è nata e vissuta a Tivoli intorno all’anno 137 d.C. Martirizzata subito dopo il marito San Getulio e insieme ai suoi sette figli, al cognato e al servo, per mano dell’imperatore Adriano per odio verso la fede cristiana. Nel 1641, come s’è detto, giunge a San Chirico Raparo un’ampollina contenente il Sangue miracoloso della Martire e a partire dall’inizio del Settecento, per ordine del Vescovo della Diocesi, Mons. Sabatino, e in seguito al prodigioso scioglimento di detto Sangue, viene istituita la festa in suo onore. Nel corso dei secoli il prodigio si è ripetuto infinite volte fino al 1970, data a partire dalla quale inizia un lungo “silenzio”. La riforma liturgica, l’avvento della modernità hanno fatto si che le Reliquia del Sangue di Santa Sinforosa fosse un po’ accantonata. Quindi, pur conservandosi intatto, il Sangue, non si è più sciolto fino al 19 luglio 2007 e ancora il 21 giugno 2008 e 19 giugno 2009, nel 2011, 2013 e 2015. Dopo quasi quarant’anni si è rinnovato il prodigio, osservato ripetutamente dalla gente e dal Vescovo diocesano Mons. Nolè.