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di Francesca Caputo

Ogni individuo reagisce in modo differente agli effetti devastanti di un trauma, sia esso causato da una perdita affettiva, da un disastro ambientale o nel nostro caso specifico da una pandemia globale. Come hanno reagito gli italiani alle fasi della “chiusura” decretata dallo Stato ci è noto soprattutto dai social: alcuni hanno scoperto che il pane non nasce nei sacchetti di plastica, ma da lievito, acqua e farina; altri hanno preso contatto per la prima volta con l’ambiente naturale che li circonda; in molti, invece, hanno compreso che sono le relazioni umane a muovere il mondo e non l’accumulo di ricchezze.
Io, cari lettori, scelgo l’arte come terapia emotiva.

“Creare” partendo dalle proprie emozioni, riuscire a incanalarle in un disegno, in un manufatto, dare forma alla fantasia, ma anche sfogo al disagio e alla sofferenza. Questo secondo me è l’obiettivo di un attacco d’arte, arte intesa come apertura emotiva, che diventa segno, colore, stato d’animo. Si può dire, infatti, che l’opera artistica costituisce un mezzo efficace volto a regolare l’attività emozionale, perché è nel processo creativo che impariamo a essere più vivi e presenti, a comunicare con noi stessi e con gli altri, a rompere gli schemi della quotidianità. È nel processo creativo che si esprimono idee, impulsi, impressioni, desideri ed emozioni, liberandole attraverso il mezzo artistico. La mia espressione d’arte, in questo periodo, è dunque resa dal presepe in cartapesta che ho realizzato sia per passione, “picchì a mmi më piacëtë u presepë”, e sia come dedica a tutte la famiglie che sono smembrate dalla distanza. Quale espressione umana più bella della “famiglia” può donarci pace e serenità?
Il manufatto rappresenta un paesaggio agro-montano costituito da un blocco unico di cartapesta, legno e sassolini di fiume, il tutto magistralmente costruito e assemblato in ogni singolo pezzo tanto da creare un arredo d’arte; pazientemente dipinto a mano e arricchito dai classici personaggi da presepe. Attraverso quest’opera metto a nudo le mie emozioni donandole a voi spettatori, nel contempo vi auguro un sereno Natale, per quel che si può.